Sara Turci, Marco Michelozzi, Gabriele Cencetti, Sauro Biffi, Maria Grazia Bellardi Le industrie farmaceutiche, agro-alimentari ed erboristiche, i laboratori galenici, la grande distribuzione, esigono fitoderivati con caratteristiche e composizione chimica sempre più uniformate, nonché corredati di quelle informazioni che ne consentano un rapido indirizzo in funzione del settore finale di destinazione. Nell’articolo presentiamo la descrizione di due anni di sperimentazioni condotte su oli essenziali e idrolati di alcune specie di Monarda, per affrontare il tema della variabilità nella composizione chimica e, quindi, della standardizzazione. Natural 1 Scarica PDF
Related Post
Effetti farmacologici di un estratto acquoso di aglio nero invecchiato: un alleato prezioso contro l’infiammazione silente
Maria Loreta Libero, Lucia Recinella, Luigi Brunetti, Sheila Leone L’aglio nero invecchiato rappresenta un valido alleato nella gestione integrata delle malattie croniche a componente infiammatoria e rappresenta un esempio virtuoso di come il confine tra alimentazione e terapia possa essere efficacemente superato nell’ambito di una medicina moderna, personalizzata e orientata alla prevenzione. Negli ultimi decenni, le patologie croniche a base infiammatoria hanno assunto un ruolo sempre più centrale nel panorama sanitario globale. Tra queste, le malattie cardiovascolari, le malattie infiammatorie intestinali e i tumori prostatici rappresentano tre ambiti ad alta incidenza e rilevanza clinica, accomunati da processi fisiopatologici condivisi: infiammazione cronica, stress ossidativo e disregolazione del sistema immunitario. In particolare, l’infiammazione e lo stress ossidativo sono riconosciuti come elementi chiave nella genesi e nella progressione di patologie come l’insufficienza cardiaca, l’aterosclerosi e l’ipertensione. Analogamente, le malattie infiammatorie intestinali sono caratterizzate da una risposta immunitaria esacerbata da stimoli ambientali o alimentari, accompagnata da un eccessivo rilascio di citochine proinfiammatorie. Infine, nella genesi e nella progressione del tumore prostatico, l’infiammazione cronica della ghiandola prostatica rappresenta un fattore di rischio oncogenico da non sottovalutare.L’Aglio (Allium Sativum L.) è una pianta bulbosa utilizzata sin dall’antichità per i suoi innumerevoli effetti benefici, tuttavia a causa del suo caratteristico sapore e odore pungente il suo attuale consumo si è significativamente ridotto. Per ovviare a tale problematica diversi studi sono rivolti ad individuare possibili alternative promuovendo l’uso di aglio affumicato, olio d’aglio, succo d’aglio ecc.In ambito nutraceutico, l’aglio nero invecchiato sta guadagnando sempre più interesse nel panorama scientifico grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunomodulanti, ipolipemizzanti, antidiabetiche, neuro-, epato-protettive, anti-allergiche e antitumorali. Esso rappresenta un valido rimedio nutraceutico sia a scopo preventivo che terapeutico in associazione alla terapia tradizionale, soprattutto nei disturbi cardiovascolari.L’aglio nero invecchiato si ottiene a partire dall’aglio fresco sottoposto ad un processo di invecchiamento (o fermentazione). Durante questo lento e controllato processo, che avviene a temperatura controllata (60°-90°C) e in condizioni di elevata umidità (80–90%), si verificano cambiamenti significativi come colore, sapore, consistenza, nonché modifiche nella formazione di composti aromatici che conferiscono all’aglio nero il suo profilo unico e il suo sapore caratteristico. La […]
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Se vuoi approfondire l’argomento, continua a leggere l’articolo sottoscrivendo uno di questi abbonamenti: Abbonamento – Gold or Abbonamento – Digital
La natura è la tua passione? È anche la tua professione?Ottieni accesso illimitato a tutti i contenuti scientifici e alle splendide immagini della rivista Natural1.
Scopri gli Abbonamenti
Oli essenziali e cambi di stagione negli animali domestici
Chiara Cassis I cambi di stagione influiscono anche sui nostri animali domestici. Le ore di luce che cambiano e le temperature influiscono sia a livello fisico che comportamentale sui nostri cani e gatti.Non tutti gli animali avvertono il cambiamento nella stessa maniera, ma utilizzare gli Oli Essenziali nei cambi di stagione può essere un valido […]
L’etimologia dei terpeni: un viaggio tra parole, storia e molecole (parte 2)
Fabrizio Gelmini, Giangiacomo Beretta Nella prima parte di questo articolo abbiamo iniziato a indagare l’origine dei nomi comuni dei terpeni, evidenziando quanto spesso dietro a una singola molecola si celi un racconto di piante, luoghi e tradizioni. In questa seconda parte proseguiamo il nostro percorso, completando il nostro itinerario etimologico tra le denominazioni più curiose e significative di queste molecole. oe luago25Download 21) GurjuneneGurjunene è uno di quei nomi chimici poco noti al grande pubblico ma con una storia affascinante, specialmente per chi ama linguistica e botanica: è un sesquiterpene (anzi, una serie di isomeri), simile per struttura ad altri terpeni come l’humulene o il cariofillene, con aroma legnoso e balsamico e viene usato in profumeria, aromaterapia e talvolta in medicina tradizionale. Si trova, tra gli altri, nell’olio essenziale di Dipterocarpus turbinatus, noto anche come albero del gurjun, da cui si estrae una resina chiamata balsamo di gurjun, diffuso in Malesia, Indonesia, Filippine, Vietnam e Cambogia. Il termine gurjun deriva dalla parola bengalese garjon, di origine locale indo- asiatica, probabilmente derivato da una lingua dravidica o indoariana (come il bengalese, il telugu o il kannada).Il termine bengalese garjon ha un significato ricco e una storia linguistica interessante: deriva a sua volta dal sanscrito garjana e indica sia “tuono”, “ruggito” che l’albero del D. turbinatus, chiamato garjan gachh, letteralmente “albero del ruggito/tuono”. Cio è dovuto, probabilmente, al fatto che il garjan è un albero molto alto, dal fusto imponente, e spesso cresce in foreste dense. Il suono del vento tra le sue fronde produrrebbe, per l’appunto, un rombo profondo, simile ad un tuono, o ad un ruggito. Questo potrebbe aver portato le popolazioni locali a dare all’albero un nome onomatopeico, ispirato al ruggito o al tuono e cioè garjon, probabilmente per l’impressione sonora o simbolica che la pianta dava agli abitanti delle foreste tropicali.A conferma di ciò, è possibile riportare esempi simili in altre lingue o tradizioni: in America centrale, ad esempio, l’albero Cecropia Loefl. è noto come “albero del tamburo”, perché quando si colpisce il tronco cavo produce un suono profondo e risonante, simile al tamburo; in Amazzonia il Ficus […]
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Se vuoi approfondire l’argomento, continua a leggere l’articolo sottoscrivendo uno di questi abbonamenti: Abbonamento – Gold or Abbonamento – Digital
La natura è la tua passione? È anche la tua professione?Ottieni accesso illimitato a tutti i contenuti scientifici e alle splendide immagini della rivista Natural1.
Scopri gli Abbonamenti
L’etimologia dei terpeni: un viaggio tra parole, storia e molecole
Fabrizio Gelmini, Giangiacomo Beretta La nomenclatura IUPAC dei terpeni, definiti in PAC, 1995, 67, 13071, non solo è spesso complessa, ma nella pratica analitica anche poco utilizzata: i terpeni sono infatti frequentemente chiamati attraverso nomi d’uso comuni o vernacolari.In questo articolo si cercherà di rispondere almeno in parte a questa domanda: a cosa devono il loro nome i terpeni? terpeni sono una grande famiglia di molecole naturali, noti soprattutto per essere i costituenti principali degli oli essenziali. La loro struttura base deriva dall’isoprene, unità a 5 atomi di carbonio, dalla quale, attraverso legami testa-coda, si formano le strutture terpeniche lineari o cicliche, classificate in base al numero di atomi di carboni in emiterpeni (C5), monoterpeni (C10), sesquiterpeni (C15), diterpeni (C20) e triterpeni (C30)… oli ess giu25Download
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Se vuoi approfondire l’argomento, continua a leggere l’articolo sottoscrivendo uno di questi abbonamenti: Abbonamento – Gold or Abbonamento – Digital
La natura è la tua passione? È anche la tua professione?Ottieni accesso illimitato a tutti i contenuti scientifici e alle splendide immagini della rivista Natural1.
Scopri gli Abbonamenti
Palmitoiletanolamide: una molecola per la salute metabolica delle donne in postmenopausa
Alessandro Medoro I cambiamenti ormonali tipici della menopausa favoriscono, nelle donne in postmenopausa, lo sviluppo della sindrome metabolica, incrementando il rischio di malattie cardiovascolari e di diabete mellito di tipo 2. In questo contesto, la PEA, grazie all’attivazione del PPAR-α e alla modulazione delle vie infiammatorie, mostra risultati promettenti nel migliorare i parametri metabolici, ridurre l’infiammazione e potenziare la sensibilità. ricerca mar25Download
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Se vuoi approfondire l’argomento, continua a leggere l’articolo sottoscrivendo uno di questi abbonamenti: Abbonamento – Gold or Abbonamento – Digital
La natura è la tua passione? È anche la tua professione?Ottieni accesso illimitato a tutti i contenuti scientifici e alle splendide immagini della rivista Natural1.
Scopri gli Abbonamenti